Integrazione dei servizi sociali con quelli sanitari: il PUA

L’allungamento dell’aspettativa di vita, la denatalità e l’emigrazione dei nostri giovani ci consegnano una serie di problematiche legate alla terza età. Quanti nostri cari, nonni, genitori, zii, hanno problemi più o meno gravi che abbisognano di essere presi in carico e ai quali da soli non riusciamo a rispondere in modo soddisfacente. Nel concreto le esigenze di cura sono di due tipi: assistenziali e sanitarie. A tal proposito la regione siciliana fu la prima in Italia a prevedere l’integrazione tra i servizi sociali e quelli sanitari, lo fece con la legge 22 del 9 maggio 1986. Ma, come spesso capita dalle nostre parti, l’idea non si è mai trasformata in azioni concrete; mentre nel resto d’Italia, sopratutto in regioni quali Lombardia, Veneto e Emilia Romagna è divenuto uno standard. Venendo nel dettaglio si tratta di erogare, sopratutto agli anziani ma non solo, una serie di prestazioni assistenziali (aiuto nell’igiene personale, aiuto nella deambulazione, rassetto della casa, aiuto nella preparazione dei pati, sostegno psicologico, ecc.) e sanitarie (di tipo medico, infermieristico, riabilitativo, ecc.). Nello specifico stiamo parlando dell’ADI (assistenza domiciliare integrata), delle CP (cure palliative domiciliari), delle RSA (residenze sanitarie assistenziali), ecc. Il problema generalmente è rappresentato dal fatto che la competenza in materia assistenziale è dei comuni mentre in materia sanitaria è delle ASP. Al fine di mettere assieme comuni e ASP sono stati creati i distretti socio sanitari. Aidone fa parte di quello che comprende anche Piazza Armerina (capofila), Barrafranca e Pietraperzia. Si tratta di farlo funzionare evitando a noi utenti (o come usa dirsi oggi: clienti) di andare a destra e a manca alla ricerca di chi eroga le varie prestazioni per poi assemblarle in un impossibile fai da te.

La risposta è il PUA (punto unico di accesso) che prende in carica l’anziano o il disabile e gli offre una serie di servizi integrati cuciti su misura, semplici o complessi, sociali o sanitari o socio-sanitari. Il PUA riveste un ruolo centrale e diventa il recettore delle istanze provenienti non solo dai familiari delle persone da assistere ma anche dai medici di famiglia, dai servizi sociali, dai medici ospedalieri, ecc.

Compreso il ruolo del PUA si capisce bene che per essere efficace deve essere collocato il più vicino possibile agli utenti.

Per questo chiederò al distretto ma, in particolare, all’ASP di Enna che ad Aidone venga istituito un PUA. Questo sarà per me un punto programmatico difficilmente rinunciabile.

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